Due caratteristici modelli di peschereccio del mediterraneo interamente realizzati a mano con legno e materiali da riciclo.
I progetti delle due imbarcazioni sono stati ricavati da foto scattate ad imbarcazioni da pesca reali in navigazione nel golfo di Salerno ricavandone così dimensioni e dettagli; il passo successivo è stato disegnare lo schema dello scheletro con chiglia e ordinate che conferiscono il profilo allo scafo della barca.Una volta disegnati i pezzi fondamentali si è proceduto a riportarli su compensato dello spessore di 3 – 4 mm dal quale poi sono stati accuratamente ritagliati con seghetto da traforo e rifiniti lisciandoli con carta vetrata per togliere residui di colla e carta dei disegni. Successivamente i pezzi così ricavati sono stati appositamente montati secondo lo schema del progetto e incollati tra loro con colla vinilica. In questa fase è molto importante rispettare l’esatto posizionamento delle ordinate sulla chiglia alle distanze adeguate e nel medesimo ordine riportato dallo schema di montaggio; la sagoma di ogni ordinata infatti è unica, quasi mai uguale alle altre, e conferisce allo scafo la forma giusta. Sei si sbaglia il posizionamento delle ordinate lo scafo potrebbe assumere una curvatura sbagliata guastandone la linea idrodinamica e difficilmente potrebbe essere rettificata in seguito.
Una volta ultimato il montaggio dello scheletro dello scafo composto da chiglia e ordinate si è proceduto a ricoprirlo con il fasciame avendo per conferire la forma propria allo scafo della nostra imbarcazione. Non c’è una metodo unico per applicare il fasciame, in genere però si comincia a posizionare le fasce partendo dall’asse di chiglia e procedendo in successione fino al bordo superiore del mascone. Tale operazione si esegue ovviamente su entrambi i lati dello scafo, le fasce vengono fissate al bordo delle ordinate con colla vinilica.
Naturalmente le nostre fasce di legno sono dritte ma sottili e flessibili pertanto è molto facile adeguarle alla forma dello scafo; se ci troviamo in presenza di curvature di scafo molto strette si può usare la tecnica del vapore. Questa tecnica consiste di modellare il listello di legno secondo la curva e la torsione desiderate ammorbidendolo su vapore (un pentolino con acqua in ebollizione sarà sufficiente). Il legno della fascia assumerà così una curvatura di base e sarà più facile adattarla al profilo dello scafo, secondo i bordi delle ordinate, evitando di correre il rischio di spezzarle.
Una volta appoggiate al bordo delle ordinate, pur se incollate con colla, si noterà che le fasce non stanno ferme da sole pertanto si potranno bloccare fino a quando la colla non sarà asciutta tramite spilli utilizzati come chiodi ma avendo cura di non conficcarli completamente nel legno della fascia visto che una volta asciugata la colla saranno rimossi delicatamente. Ultimata l’applicazione del fasciame si è provveduto ad eseguire una operazione di calatafaggio nella parte interna dello scafo utilizzando la colla vinilica e garza; in questo modo si darà più compattezza al fasciame ed allo scheletro dello scafo. Una volta asciugata la colla ed accertato che le fasce sono ben saldate allo scheletro, come già detto gli spilli vengono rimossi.
Lo scafo grezzo realizzato come descritto è stato poi rifinito tappando tutti i fori rimasti con apposito stucco per legno per poi levigarlo con carta vetrata di varie misure partendo da una misura media alla più fine fino ad ottenere una superfice dello scafo perfettamente liscia. Una volta ultimato e rifinito lo scafo si è poi proceduto al posizionamento del piano del ponte di coperta, precedentemente ritagliato dal compensato secondo gli schemi di montaggio. Il ponte di coperta, come nella maggior parte delle imbarcazioni non mai perfettamente piatto poiché in realtà viene sagomato con una lieve curvatura con pendenza verso il mascone affinché l’acqua eventualmente imbarcata possa defluire fuori bordo. Per questo motivo si è provveduto a dare al pezzo in compensato del ponte una lieve curvatura qualora sia troppo rigido si potrà utilizzare la stessa tecnica a vapore utilizzata per sagomare i listelli del fasciame.
Al di sopra del piano di coperta è stata costruita la cabina di pilotaggio con pezzi di legno precedentemente ritagliati e rifiniti; allo stesso modo si è proceduto alla realizzazione dei dettagli, tra cui le vetrate della cabina ricavate da con fogli di plastica trasparente, i tubi di areazione del vano sotto coperta, le scialuppe di salvataggio, le gallocce, l’ancora con relativa catena, ciambelle salvagenti, copertoni di protezione della fiancata, ecc. Tutti i pezzi sono stati realizzati in legno appositamente modellato o intagliato e talvolta in ottone o altro metallo (ad esempio l’asse dell’elica, ganci vari e maniglie).
Una volta ultimato il lavoro di costruzione il modello è stato sottoposto ad un trattamento di verniciatura turapori al fine di rendere la superfice il più liscia possibile, priva di fori o imperfezioni e si è quindi proceduto alla verniciatura vera e propria utilizzando vernice acrilica a pennello. La verniciatura può essere praticata in modo da conferire al modello il caratteristico aspetto delle barche da pesca in legno verniciate a mano dagli stessi pescatori; a tal fine quindi si potrà non fare molta attenzione alla precisione delle bordature proprio come accade in realtà visto che la verniciatura di queste barche ha più una funzione protettiva dalle intemperie e dalla salsedine che estetica.
Infine è stato utilizzato del filo di cotone per riprodurre sartiame, cime e tiranti dei vari paranchi e argani per issare le reti da pesca; anche queste ultime sono stare riprodotte con reti sintetiche del tipo utilizzato per confezionare frutta e verdura, appositamente modellata e verniciata per simulare le reti da pesca arrotolate sul ponte prima di essere calate in acqua.
Siamo pronti ad affrontare il mare!